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La continuità politica del governo Monti con quello Berlusconi, trova
una nuova conferma. Ancora in tema di lavoro, e come faceva già
Sacconi, anche questo governo gioca con la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Anzi, se il governo Berlusconi, con la riscrittura del Testo Unico
sulla sicurezza lavoro ha pensato di ridurre le sanzioni a carico di
datori di lavoro e dirigenti che non rispettano le norme di sicurezza,
il governo Monti sta andando oltre.
L’Associazione italiana dei tecnici della prevenzione (Aitep) ha fatto notare che nel Decreto Legge 5/2012, il cosiddetto decreto semplificazioni, sono inserite norme
che tentano di azzerare i controlli nelle aziende, compresi quelli in
materia di salute e sicurezza lavoro.
L’articolo 14 del decreto (in
corso di conversione) stabilisce infatti la “soppressione o riduzione
dei controlli sulle imprese in possesso della certificazione del
sistema di gestione per la qualità (UNI EN ISO-9001), o altra
appropriata certificazione emessa, a fronte di norme armonizzate,
da un organismo di certificazione accreditato.”
Evidentemente
questo testo, di cui si ignorano i nomi degli ingegnosi autori, deve
essere stato scritto da “tecnici” (secondo la definizione di questo
governo) non troppo addentri alla materia (se non si concede
quest’eufemismo si dovrà considerare un loro intollerabile cinismo).
Sarebbe stato altrimenti impossibile ignorare il fatto che la citata
norma di gestione per la qualità, la UNI EN ISO 9001, nulla ha a che
vedere con la gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma nemmeno
l’adozione di sistemi di gestione per la sicurezza lavoro (vedi OHSAS
18000), può costituire di per sé garanzia di rispetto delle leggi e di
prevenzione e di protezione dai rischi nei luoghi di lavoro e pertanto
la soppressione dei controlli non sono giustificati nemmeno in tal caso.
Ma non finisce qui. Infatti, nel caso un controllo in azienda venisse
fatto (eventualità a questo punto remota, visto che una certificazione
UNI EN ISO 9001 la possiede un gran numero di aziende), anche quando
questa non adotti alcun sistema di gestione aziendale, lo si dovrà
condurre in “collaborazione amichevole con i soggetti controllati”.
D’altronde
è ovvio aspettarsi concessioni significative alle aziende, se lo stesso
decreto stabilisce che, in tema di semplificazione dei controlli alle
imprese, i regolamenti debbano essere emanati dai ministeri “sentite le
associazioni imprenditoriali”. Mentre naturalmente non si sente la
necessità di un parere dei sindacati dei lavoratori.
La
semplificazione e lo sviluppo sono considerate di straordinaria
necessità ed urgenza, nell’attuale crisi economica, per dare “sostegno e
impulso al sistema produttivo”. La semplificazione è ormai il feticcio
padronale con il quale si vorrebbero sciogliere i cosiddetti “lacci e
lacciuoli” che frenerebbero la crescita, che per il governo
Monti, come per quello Berlusconi, vengono prima anche della salute e
della sicurezza di chi lavora.
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