Diceva qualche giorno il ministro del Lavoro, Elsa Fornero che il governo non può dire
alle imprese quello che possono o non possono fare. Si riferiva in
quell'occasione alla Fiat ed ai timori che l'azienda torinese spostasse
il suo baricentro negli USA. Poi corregge il tiro in quell'intervista
senza domande rilasciata a "Che tempo che fa" su Rai3, ed afferma che anche la Fiat deve avere comportamenti responsabili. Se così invece non fosse? "..."
Intanto,
però, Fiat può licenziare senza giusta causa tre lavoratori, perdere la
causa e perciò sentirsi ordinare dal giudice che quei tre operai devono
essere reintegrati, e nonostante tutto continuare a non farli lavorare;
può mettere fuori dalle fabbriche la Fiom, nonostante la legge non lo
conseta; può firmare con Cisl, Uil, Fismic e Ugl un contratto che limita
un diritto fondamentale come quello di sciopero. Quindi, mentre il
governo non può dire alle imprese cosa possono o non possono fare,
quest'impresa può dire ai lavoratori quali diritti possono mantenere e
se e quando possono goderne. Perchè tanto la Fiat è la Fiat e gli operai
non sono un cazzo.
Nel novembre 2010 viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto "Collegato lavoro"
(Legge 183 del 24 novembre 2010). Un testo di legge che prevede, tra le
altre cose, un tempo limite per impugnare un contratto illegittimo. Un
lavoratore che vorrà far vaelere un proprio diritto, dovrà farlo entro 2
mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, pena la sua decadenza. Un diritto
con codice a barre e data di scadenza, proprio come una merce.
Basta
così? No, perchè quella stessa legge prevede che all'atto della firma
del contratto di lavoro, le parti (delle quali il lavoratore è quella
debole, specie in quel momento) scelgano se, in caso di controversia, ci
si rivolgerà ad un giudice o un arbitro che dovrà decidere in base a
generici e discrezionali principi di equità.
Questa legge pare dimenticata, ma è viva e vegeta.
La ricattabilità dei lavoratori da parte delle aziende ha trovato piena
legittimazione in quella Legge. Perchè tanto le aziende sono aziende ed
i lavoratori non sono un cazzo.
A
questo contesto legislativo, culturale, economico e sociale, che vede
le imprese dominare nei rapporti con i lavoratori, si inserisce ora
quello che di fatto è lo smantellamento
dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Secondo la versione
abbozzata dal governo e sostenuta da Cisl e Uil e politicamente da PDL,
UDC ed una grossa fetta di PD (l'altra parte, vedi Bersani, auspica comunque una
modifica, seppure meno drastica), il reintegro del lavoratore
ingiustamente licenziato potrà avvenire solo in caso di licenziamento
discriminatorio. Sarà invece il giudice a decidere tra il reintegro ed
un indennizzo per i licenziamenti per motivi disciplinari; mentre per i
licenziamenti di tipo economico non è previsto il reitegro del lavoratore, a
cui spetterà solo un indennizzo. Il tribunale, quale luogo per far
valere i propri diritti negati è di nuovo considerato un peso, un
fastidio da limitare. Infatti, scrive
Ichino (PD) in una lettera al Corriere della Sera, che la modifica
dell'articolo 18 serve ad "evitare l'alea della controversia in
tribunale".
E' chiaro che
sarà sufficiente avere disponibilità di pagare un indennizzo, per
sbattere fuori un lavoratore, adducendo motivi economici. Insomma, i
diritti assumono il valore di un "tot" di mensilità di indennizzo,
pagato da un'impresa che può permettersi così di negare il diritto al
lavoro di un lavoratore. Perchè tanto l'impresa e l'impresa e chi
lavora non è un cazzo.
E'
evidente che c'è una chiara volontà a trasformare i diritti di chi
lavora in una questione privata tra datore di lavoro e lavoratore. Il
diritto del lavoro che diventa diritto commerciale, dove c'è uno
abbastanza ricco da comprare a basso costo i diritti di un altro troppo
povero per poterli rivendicare.
Ed
i sindacati "complici" dicono che deve essere così; il PDL dice che
va benissimo così; una parte del PD dice che dovrebbe andare un po' meno
peggio di così, mentre l'altra parte dice che va bene così. Perchè
tanto il padrone è il padrone e voi non siete un cazzo. A meno che non
si opponga a questo disegno, una lotta ampia e generalizzata.
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