Catastrofe occupazionale in Abruzzo. Un Piano per il lavoro contro le larghe intese.


Gli ultimi dati Istat mostrano spietatamente le condizioni di sofferenza lavorativa in Abruzzo. Nel terzo trimestre 2013 il numero di disoccupati nella nostra regione è di quasi 64.000. Rispetto allo scorso trimestre l’Abruzzo conta 5.000 disoccupati in più. Ma è il raffronto con lo stesso periodo dello scorso anno a mostrare che l’incremento della disoccupazione regionale è strutturale, con un incremento del numero dei disoccupati che tocca quota 10.000.


Questa volta chissà cosa si inventeranno il presidente Gianni Chiodi o l’assessore Paolo Gatti per sminuire la portata catastrofica di questi dati. Difficilmente si potrà affermare, come fatto in passato, che l’aumento della disoccupazione è dovuta all’ingresso delle donne nel mercato del lavoro. I dati Istat, infatti, mostrano che non solo la disoccupazione è in aumento, ma che è calato drasticamente il numero di occupati sia rispetto al secondo trimestre 2013 (-7.130 occupati), sia soprattutto rispetto ad un anno fa (-31.000 occupati!). Come se non bastasse, in aumento è anche il numero di inattivi, cioè di quelle persone che ormai completamente sfiduciate hanno smesso di cercare lavoro.


Di fronte ad uno scenario di questo tipo risulta ancora più ridicola (per la sua inconsistenza) oltre che pericolosa, la proposta fatta da esponenti del PD locale e nazionale di spalancare la strada agli idrocarburi in Abruzzo. Ma la fotografia dell’occupazione abruzzese dovrebbe far capire che non ci si può limitare, come da troppo tempo fa la Regione Abruzzo, alla distribuzione di finanziamenti per incoraggiare le aziende a nuove assunzioni o per stimolare l’apertura di nuove attività: sono le condizioni strutturali che mancano e su quelle occorre intervenire.


Rifondazione Comunista, proprio per questo motivo, sta avviando la campagna per un “Piano per il Lavoro e l’Economia Ecologicae Solidale”. Tra gli obiettivi del piano per il lavoro, vi sono ad esempio: la destinazione di risorse a ricerca e sviluppo, il sostegno all’agricoltura di qualità e l’incentivazione della filiera corta, la messa in sicurezza del territorio ad esempio rispetto al rischio idrogeologico e sismico, il contrasto alle delocalizzazioni e altri interventi che pongano le condizioni per lo sviluppo di nuova occupazione.


Come è evidente si tratta di un approccio che è molto distante sia dalle recenti espressioni del PD che mira ad intensificazione dello sfruttamento di risorse, sia da quello della Regione a guida centrodestra che si è mostrato palesemente incapace anche solo di arginare la crescente disoccupazione regionale.


Esistono soluzioni che possono rilanciare l’occupazione. Ma per metterle in pratica occorre contrastare la logica delle larghe intese che finora hanno solo reso palesi le affinità elettive del PD e del centrodestra.

Marco Fars, segretario regionale PRC Abruzzo
Carmine Tomeo, responsabile Lavoro PRC Abruzzo

INCENERITORE A CUPELLO. ANGELO POLLUTRI E' PRONTO A SMENTIRE SE STESSO?

 
Alle dichiarazioni di Angelo Pollutri di fare di Cupello una piattaforma per la lavorazione dei rifiuti provenienti dal Centrosud, ci sono state diverse reazioni. Contro la prospettiva annunciata dal sindaco di Cupello sono intervenute con un comunicato congiunto le segretarie del Prc dei circoli di Vasto, Maria Perrone Capano e Cupello, Marilisa Spalatino e l'assessore Prc di Fossacesia, Andrea Natale; Sel, con il segretario provinciale, Alessandro Cianci; associazioni ambientaliste come Nuovo Senso Civico; oltre che il sottoscritto.
Non sorprende registrare che all'appello sia finora mancato un qualche intervento del PD che quantomeno ridimensioni la portata delle dichiarazioni di Pollutri e degli altri esponenti del PD intervenuti al convegno sulla crisi occupazionale in Val Sinello dello scorso 25 ottobre. Insieme a Pollutri, Cesare Damiano e Maria Amato avevano sdoganato anche le attività petrolifere nella nostra regione. Attività contro le quali i cittadini si sono battuti per tutelare un territorio, non accettando di diventare colonia di qualche petroliere.
 
Alle immediate reazioni di quanti alla salute ed all'ambiente tengono davvero, prospettando modelli di sviluppo alternativi a petrolio e monnezza, fa seguito la perentoria risposta a mezzo stampa di Angelo Pollutri. Il sindacao di Cupello afferma di non aver "mai accennato alla costruzione di inceneritori" nel suo intervento e che quindi il suo "pensiero in merito all’argomento si è evoluto al di là delle considerazioni di chi, per un chilo di consenso non perde occasione per dileggiare, usando toni e considerazioni fuori luogo".
Angelo Pollutri è espressione del PD fautore di un'economia da prima rivoluzione industriale basata sullo sfruttamento del petrolio e sui rifiuti, e ora tenta una difesa dopo il suo intervento del 25 ottobre che davvero risulta essere poco credibile.

Se davvero Pollutri ha cambiato idea sull'incenerimento dei rifiuti, se davvero ora, insieme a noi, finalmente la ritiene una pratica inefficiente dal punto di vista economico ed energetico, oltre che assolutamente dannosa per la salute pubblica e per l'ambiente, smentisca se stesso. Smentisca tutte le sue dichiarazioni sul tema e ritiri le delibere comunali con le quali Cupello si candida ad ospitare un inceneritore di rifiuti.
In caso contrario la giustificazione di Pollutri avrebbe il sapore di un troppo consueto atteggiamento pretenzioso e confermerebbe la sua vocazione per il "zozzo è bello".

EMERGENZA LAVORO IN ABRUZZO. LA SOLUZIONE DEL PD: "BRUCIARE MONNEZZA E PETROLIO"



Lo scorso 25 ottobre il PD ha organizzato un convegno sul lavoro con esponenti locali e nazionali. L'incontro si è svolto a Gissi, in Val Sinello, una delle zone abruzzesi più depresse dal punto di vista industriale e occupazionale. Basti pensare che nel giro di circa due anni hanno chiuso la Golden Lady che ha lasciato a casa quasi 400 lavoratrici e lavoratori, il gruppo Val Sinello (che occupava un centinaio di lavoratori), il gruppo canali minaccia il licenziamento di quasi cento dipendenti. Quando si partecipa ai presidi delle lavoratrici e dei lavoratori in lotta, come abbiamo fatto noi del Prc, si respira disperazione e determinazione allo stesso tempo. E per capire quelle sofferenze non basta organizzare un convegno, bisogna passare del tempo con le lavoratrici ed i lavoratori, condividere il freddo di una serata ventosa o un caffè portato in un termos.

Quando si sta da quella parte della barricata, quella occupata dai lavoratori in lotta, capisci che parole come quelle registrate dagliorgani di informazione al convegno, servono a poco, se non a fare una passerella, come giustamente sottolineato dal Prc. Pratica già di per sé fastidiosa, che diventa odiosa quando viene fatta a pochi mesi dalle elezioni regionali.
Nello stesso tempo, però, il PD, dal locale al nazionale, in quel convegno ha mostrato la sua incapacità a rispondere adeguatamente alla crisi economica. Alla domanda di occupazione, il PD, con Cesare Damiano (presidente commissione lavoro alla Camera), la senatrice Maria Amato ed il sindaco di Cupello Angelo Pollutri, risponde parlando di petrolio e monnezza. E se ti opponi a questa logica, guardando a esperienze virtuose che hanno smesso di fare l'apologia del "zozzo è bello", la tua opposizione viene con disprezzo e ironia etichettata come Nimby (come fa il riconfermato segreterario del PD di Vasto, Antonio Del Casale dal suo profilo facebook).
Fortunatamente molta parte della cittadinanza è più lungimirante di chi pensa che il futuro possa essere nello sfruttamento petrolifero, come gli esponenti del PD che sembrano essere stati catapultati nel 2013 direttamente dalla prima rivoluzione industriale.

Un paio di anni fa, in un articolo pubblicato su Liberazione, commentando le tentazioni di installazione di nuove centrali di produzione energetica, facevo notare che “ciò di cui non si tiene conto è che i dati estratti dal Piano energetico della regione Abruzzo (datato 2009) dicono che «l’entrata in produzione dell’impianto» turbogas da 800 Mw di Gissi (Ch), a poche decine di chilometri dalla riserva di Punta Aderci, avrebbe potuto consentire «di passare da una condizione deficitaria di circa il 30% del fabbisogno energetico nella Regione Abruzzo ad una produzione superiore di circa il 30% al fabbisogno regionale.» Quello che manca è invece l’efficienza energetica.
Sempre stando al piano energetico regionale, si nota che in Abruzzo, per produrre un’unità di ricchezza, si utilizza una quantità di energia superiore alla media nazionale. Il che vuol dire che c’è uno spreco di energia che non giustifica la rincorsa ai consumi energetici con autorizzazioni regionali a nuovi impianti di produzione di energia.
Insomma, il rapporto regionale fotografa un Abruzzo che dovrebbe sprecare meno energia. Obiettivo che di certo non si raggiunge aumentando il numero delle centrali termoelettriche sul territorio.
Lavorare al risparmio energetico, invece, significherebbe anche rispondere alla competizione dei mercati, riducendo i costi aziendali per unità di prodotto senza puntare come al solito alla riduzione del costo del lavoro. Potrebbe significare, partendo da studi sui minori consumi energetici, tentare di migliorare la posizione aziendale nel mercato di riferimento, senza per forza percorrere la spirale recessiva che si alimenta della riduzione del personale e minore potere di acquisto per i lavoratori.”

E' evidentemente che punti di vista diversi determinano prospettive diverse ed incompatibili. E la prospettiva di chi continua a sostenere che "bruciare è bello" e che "sfruttare risorse è meglio", ha lo stesso punto di vista di chi con le risorse di un territorio si arricchisce, lasciando dietro inquinamento e impoverimento, cioè la prospettiva che toccherebbe alla nostra regione seguendo la strada indicata dal PD. Esperienze come Viggiano in Basilicata dovrebbero insegnare. Ma per imparare la lezione di Viggiano occorre abbandonare l'ideologia dello sfruttamento dalla quale il PD non vuole liberarsi.
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