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Il referendum che piace a Veltroni, Vendola, Di Pietro... e pure a Napoleone III

Si dice che la storia insegna ed è vero. Il problema spesso è chi la impara e come usa l'insegnamento.
Sul referendum per l'abolizione del cosiddetto "Porcellum", ad esempio, la storia l'hanno imparata bene Parisi, Veltroni e parte del PD, Di Pietro e tutto l'IDV, Vendola e tutta SEL (che poi Vendola praticamente è SEL) ed altri. Hanno imparato dalla storia che si può far finta di rimediare alla disuguaglianza sociale attraverso una parvenza di uguaglianza politica.

Il diritto di voto basato sul censo non si può ristabilire e allora il rischio è che il suffragio universale che stabilisca una reale rappresentanza delle istanze popolari può anche mettere in crisi il sistema di potere delle classi dominanti. Diceva Marx: «Il suffragio universale, col tenere di nuovo sospesa permanentemente la potenza attuale dello Stato, facendone una propria creazione diretta, non viene esso a sospendere ogni stabilità, a porre ad ogni istante in questione tutti i poteri vigenti, ad annullare l'autorità, a minacciare che la stessa anarchia assurga ad autorità?». E quindi la borghesia, si domanda retoricamente Marx, non è forse costretta a «regolare il diritto di voto in modo che esso abbia a volere ciò ch'è ragionevole, ossia il dominio di essa?».

E infatti cosa propone il comitato referendario del "Firmo, voto, scelgo"? Di cancellare il Porcellum, che impone liste bloccate e scelte dai partiti e «di ripristinare quella sostituita.» Come? «Attraverso la reviviscenza delle norme precedenti, dopo l’esito positivo dei referendum per i collegi uninominali, si permetterà alle due Camere di essere elette attraverso le regole introdotte nel 1993 dal c.d. Mattarellum». Cos'è il Mattarellum? E' quella legge elettorale che prevedeva un sistema misto abbastanza complicato e che in sostanza assegnava il 75% dei seggi con sistema maggioritario uninominale ed il restante 25% con proporzionale.

Ora, nei collegi uninominali si presenta un solo candidato per coalizione o partito e viene eletto quello che ottiene la maggioranza relativa.  A parte il fatto, non secondario, che a vincere un'elezione potrebbe essere una coalizione che ha la minoranza dei voti nel Paese, rimane la questione principalmente propagandata dai referendari del comitato "Firmo, voto, scelgo" e cioè la scelta dei candidati che con il Porcellum è imposta dai partiti. Ma in un collegio uninominale come quello previsto dal Mattarellum, dove non c'è neanche una lista ma solo un nome per coalizione o partito, chi lo sceglie quel solo candidato per coalizione? Ovvio, sempre i capi di partito e gli elettori o votano quello o nessuno. Gira e rigira, con questo referendum sempre al punto di partenza si torna: scelgono i capi partito (o chi per loro), che mantengono anche senza Porcellum il proprio potere e la propria rendita di posizione ma ti fanno credere che hai scelto tu.

Marx aveva previsto Veltroni, Vendola e Di Pietro? No di certo: ma aveva ad esempio osservato Napoleone III, che non era certo un campione di democrazia e che, come scrive Luciano Canfora nel suo libro "La democrazia. Storia di un'ideologia" (di cui consiglio la lettura), «Il secondo imperatore dei Francesi ha insegnato all'Europa borghese a non aver paura del suffragio universale, bensì ad addomesticarlo: beninteso, purché corretto dell'infallibile meccanismo moderatore del collegio uninominale», con il quale Napoleone III vinse le elezioni presidenziali nel 1848 e grazie al quale potè impedire «la validità erga omnes della democrazia» con l'effetto di un «drastico ridimensionamento della rappresentanza dei ceti meno competitivi». Da notare la data: 1848, tanto per dire anche che il maggioritario uninominale oltre che non è essere effettivamente democratico, non è nemmeno un'innovazione elettorale.

La storia ci insegna (e noi dobbiamo imparare) che l'unico sistema elettorale realmente indirizzato verso la democrazia è quello proporzionale. Che è quel sistema, ricorda ad esempio ancora Luciano Canfora nel suo libro, con il quale dopo la Prima Guerra Mondiale «i socialisti triplicarono i loro eletti (156), i popolari balzarono a 100 seggi. [...] I liberali, onnipresenti e onnitrionfanti col vecchio sistema, crollarono da 300 a 200 seggi. Fu una vittoria dei movimenti democratici». Ma poi arrivò Mussolini alla presidenza del Consiglio, che approvò «la nuova legge elettorale ultra-maggioritaria (la famigerata legge Acerbo, preparata da una intensissima campagna fascista in favore di un sistema elettorale maggioritario, scattata già subito dopo la "marcia su Roma") e si avranno, così, le condizioni per il trionfo del listone fascista [...] Insomma il bilancio è - continua Canfora - che le forze socialiste, soprattutto grazie al sistema "proporzionale", ottengono il riconoscimento del loro imponente insediamento nella società, ma non sono maggioranza neanche nei momenti e nelle congiunture più "favorevoli", giacché non hanno dalla propria parte il potere dello Stato (e tanto meno quello delle grandi forze economiche). Le formazioni fasciste, anche se minoranza, sono messe in condizione, dall'appoggio dei poteri statali, di pilotare le elezioni e vincerle.»

Ecco, quel bilancio è anche un evidente ed imprescindibile insegnamento. Non sto parlando di un pericolo fascista che si rischierebbe di correre con l'approvazione del referendum promosso dal comitato "Firmo, voto, scelgo"; ma del rinnovamento del potere ancora in mano alle stesse persone o comunque alle stesse classi, per gestire quel pericolo che una reale democrazia può rappresentare per la classe dominante.
Un'osservazione plausibile sarebbe quella che allora che senso ha promuovere un referendum per abolire il Porcellum. La risposta è nella necessità di addomesticare la democrazia, perchè vuoi mettere quanto è più sicuro mantere un potere o una rendita di posizione se il popolo crede di avertelo concesso lui.

A questo punto un invito: non firmare il referendum del comitato "Firmo, voto, scelgo", il quale tra l'altro corre il grosso rischio di essere bocciato dalla Corte costituzionale per importanti limiti di costituzionalità e di sostenere il referendum proposto da Passigli con il comitato "Io firmo. Riprendiamoci il voto" che, seppure mantiene il discutibile sbarramento del 4%, abolirebbe il Porcellum e avrebbe un indirizzo proporzionale e perciò democratico.

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