I cavalieri dell'apocalisse dei diritti del lavoro

Alla fine Monti mette d'accordo tutti: Bersani, Casini, Alfano tutti insieme a smontare con un colpo solo l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Si parla di modello tedesco per i licenziamenti senza giusta causa o giustificato motivo. In sostanza, se oggi grazie all'articolo 18 il lavoratore viene reintegrato in azienda, se il giudice ravvisa che non esista un giustificatomotivo al suo licenziamento, con il modello tedesco al giudice è affidata la scelta tra reintegro e indennizzo. E il reintegro rimarrebbe solo per motivi discriminatori.

Intanto però, prima di arrivare davanti al giudice, nelle aziende tedesche il datore di lavoro notfica al lavoratore interessato ed ai sindacati (che sono dentro i consigli di fabbrica) l'intenzione di licenziare. Il sindacato può opporsi al licenziamento e fintanto che il giudice non decide, il lavoratore rimane al suo posto.

Già da qui si evidenzia palesemente una grossa differenza, tra la situazione italiana e quella tedesca. Mentre in Germania, come detto, i sindacati sono dentro i consigli di fabbrica; in Italia i sindacati che non accettano di piegarsi al collaborazionismo con l'azienda, vengono sbattuti fuori dai luoghi di lavoro. Non è un caso che Marchionne, padrone di Fiat che sta impedendo alla Fiom di fare attività sindacale dentro gli stabilimenti (mentre continuano a farla i sindacati firmatari del contratto Fiat), non ha mai nascosto la sua avversione per l'articolo 18. Secondo Marchionne l'articolo 18 «ce l'ha solo l'Italia», una protezione che «le imprese estere non capiscono e non vengono qui a investire». Guarda caso, si tratta di un discorso ribadito da Monti.

In realtà è l'Ocse a fornire dati che contraddicono spudoratamente i proclami di Marchionne, Monti e compagnia cantando. L'Ocse mostra infatti che in Italia licenziare è facilissimo e molto più che in Germania, Francia o Spagna. Tanto che l'indice "Strictness of employment protection", che misura il grado di rigidità del lavoro, registra in Italia un valore di 1,89, contro il 3,05 della Francia, il 2,98 della Spagna, il 2,12 della Germania. Nonostante questo alto grado di facilità di licenziamento, in Italia gli investimenti diretti esteri sono molto più bassi che in Francia, Spagna e Germania e sono rimasti fermi nel periodo 2005-2010; addirittura sono letteralmente crollati nel biennio 2010-2011.

E' evidente quindi la distorsione della realtà, che vorrebbe far passare per privilegiati ed indirettamente per causa di rallentamento della ripresa economica, quei lavoratori che, grazie all'articolo 18, godono del diritto a non essere trattati come merce usa e getta. La conseguenza di questa mistificazione, è l'estensione della ricattabilità dei lavoratori da parte dei padroni che Monti, Bersani, Casini e Alfano vorrebbero far accettare ai lavoratori. Questi quattro cavalieri dell'apocalisse dei diritti del lavoro, stanno praticamente dicendo che deve essere fatta una scelta tra lavoro e diritti. Guarda caso è la formula di Marchionne.

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