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Le risate volgari che ci seppelliranno

Nichi Vendola si rivolge a Berlusconi, invitandolo a lasciare. Ma prima ancora riflettere sul suo avanspettacolo, sulle sue battute e barzellette che feriscono. Impresa vana, quella che Vendola tenta con il suo video-messaggio, più utile in una puntata di Stranamore che a ridare dignità istituzionale al ruolo che Berlusconi ricopre. D'altronde, Vendola conclude definendo Berlusconi "sultano d'Occidente", come pensare possa essere efficace un messaggio buttato nell'etere?


Meglio sarebbe rivolgersi direttamente all'orda di cloroformizzati dalla società da avanspettacolo, alla quale Berlusconi ha imposto un'accelerata verso il modello bagaglino, dove si butta tutto in casciara per distogliere l'attenzione da altre e più importanti questioni. Intanto di questo spettacolo lercio milioni di italiani sono spettatori, senza sentire la necessità di svegliarsi dal sonno della ragione per non sentire la frustrazione di cittadini ridotti a sudditi.
Grasse e volgari risate accompagnano troppo spesso le sudicie e volgari battute di Berlusconi e nel coro sguaiato non si distinguono le differenti condizioni sociali. I più ricchi concedono le loro opulente risa in cambio di possibili favori; tutti gli altri per sentirsi parte di un modello che marginalizza i più deboli, per non apparire povero, vecchio, negro, handicappato, disoccupato o brutto in una società spettacolare che ha bisogno, per continuare a sopravvivere, di modelli ricchi, giovani, bianchi, gagliardi, intraprendenti e belli da ostentare e da seguire.

E allora, daje, famose 'na risata, che c'è bisogno di ottimismo e non si può stare a pensare al mutuo che ti soffoca ed il mezzo inganno dell'annunciata sospensione; al lavoro che manca sempre di più; alla scuola sempre più per soli ricchi; alla violenza delle discriminazioni sociali; alla deriva autoritaria di questo Paese; alle emergenze ambientali permanenti. Bisogna ridere ridere ridere. Ammazzarsi dalle risate. Morire dal ridere. Seppelliti dalle nostre stesse, servizievoli, volgari, stupide risate.

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