La scelta dei regali non è cosa facile. Non è solo questione di indovinare e mettere insieme una serie di criteri per quella specifica persona. E comunque già valutare i gusti, pensare agli eventuali hobbies, chiedere magari se quell’oggetto quella persona ce l’ha già, e poi quanto spendere, e ci faccio o no una bella figura, sarà troppo o troppo poco, l’anno scorso cosa ho ricevuto da lei/lui che mica puoi regalare la stessa cosa e nemmeno che sia troppo simile, ecc. ecc., è già abbastanza stressante. Con chi posso, me la cavo con un buon libro. In quel caso il tempo che trascorro nella scelta mi è spesso utile, perché mi trovo a valutare più attentamente testi che non ho letto ancora, mi stimola la curiosità e quindi le future letture.
Ma poi ci sono i regali da fare ai bambini e lì le cose sono anche più complicate.
C’è ovviamente da considerare da quali giochi sono stimolati, se un gioco ce l’hanno già, se quel gioco è adatto all’età. Ma questo è il meno. Un gioco, non è solo un pezzo di plastica prodotto in serie (per la maggior parte delle volte e sempre per quelli generalmente in commercio). Non è solo uno dei tanti momenti ludici dei bambini. I giochi contribuiscono all’educazione di quelli che di lì a qualche anno saranno adulti.
Da questo punto di vista, girare tra le corsie di un centro commerciale o di un negozio o una catena di giocattoli, e a farlo in maniera anche solo un po’ critica, c’è da mettersi paura. Il sessismo, innanzitutto, comincia ad insinuarsi con un messaggio subliminare ma prepotente nelle teste dei bambini e bambine e si rafforza in quelle dei genitori. Reparti separati rigorosamente: maschi da una parte, femmine dall’altra manco fosse un gabinetto. Una separazione fisica che significa separazione dei ruoli, di quelli che pezzo per pezzo, fin dall’infanzia vengono imposti.
A percorrere le corsie riservate ai maschi, ci si accorge che la guerra, la violenza, l’aggressività in genere sono considerati un tratto caratteristico dell’uomo. Fucili e pistole riempiono gli scaffali dei giochi per maschietti insieme a riproduzioni in miniatura di arnesi da lavoro manuali, camion e gru. Come se il lavoro fosse un prerogativa tutta maschile. Come a dire che il compito di portare a casa i soldi è dell’uomo, e perciò suo è il dominio in ambito familiare nel quale alla donna è riservato il ruolo subordinato di casalinga e madre. Ed a quel ruolo le bambine di oggi dovranno già essere educate, abituate fin da piccole ai lavori di casa. Così nelle corsie dei giochi per bambine fanno bella mostra cucine, ferri da stiro delle marche più conosciute, scope elettriche identiche a quelle vere, cosmetici e bambolotti sempre più esigenti per piccole mamme.
Il contrario non è e non sarà ammesso. Il rispetto dei ruoli è condizione fondamentale per la reificazione dei rapporti tra generi, che vuole il maschio virile e padrone, e la femmina brava e sexy donnina di casa. La cosificazione dei rapporti tra persone comincia dalla tenera età. Qualunque differenza di genere è considerata in quanto rafforzamento delle posizioni patriarcali, evidenti in miliardi di immagini, delle quali la pubblicità è la manifestazione più visibile e volgare dello status quo, o peggio della regressione, culturale.
Lasciare giocare i bambini e le bambine come preferiscono, in modo da dare sfogo alle singole attitudini, costituirebbe già un utile momento di distrazione e perciò di difesa da quelle imposizioni culturali.
Sono un piccolo riassunto del paese!
RispondiEliminaun saluto
"Lasciare giocare i bambini e le bambine come preferiscono, in modo da dare sfogo alle singole attitudini, costituirebbe già un utile momento di distrazione e perciò di difesa da quelle imposizioni culturali".
RispondiEliminaInfatti, sarebbe come dire "dài un calcio nel sedere al business del Natale", e lascia che i bambini giochino senza le scelte adulte sia dei genitori che dei produttori di giochi.
Il fatto è che poi, i bimbi, fanno raffronti con gli altri bimbi, ed è un grosso problema per i gemitori rimetterli sulla strada della semplice e umana creatività. È necessario un continuo [e discreto] controllo su ciò che ai bimbi serve.
Ciao!