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Sicurezza sul lavoro: cartellino giallo per l'Italia?

Era il 5 agosto del 2009 quando in Gazzetta Ufficiale n. 108 è stato pubblicato il D.Lgs. n. 106. Quel decreto, eufemisticamente definito di integrazione e correzione del T.U. della sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08) approvato dal governo Prodi, è stato la riscrittura operata dall'esecutivo di Berlusconi delle norme in materia, a discapito dell'effettiva tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.


E' inutile stare a ricordare da quanto tempo si attendeva una raccolta organica delle norme in materia, che nell'aprile del 2008 videro in qualche modo la luce mentre il governo Prodi già traballava per poi cadere. Era evidente che quel Testo Unico (che tale in realtà non è) non sarebbe stato una panacea per le cause di infortunio sul lavoro e malattia professionale. Le morti sul lavoro (io mi rifiuto di chiamarle morti bianche) non sarebbero state ridotte drasticamente, visto che esistono molti problemi strutturali e di sistema che non venivano comunque risolti. Ma si intravedevano, rispetto a tutta la normativa precedente, elementi innovativi ed utili.
Poi, con il governo Berlusconi e Sacconi a capo del ministero del Lavoro, le prime minacce di modifica del T.U. (uso la parola minaccia perchè erano evidenti gli intenti di modifica in senso padronale del Decreto 81). Che puntualmente si sono concretizzate, con il D.Lgs. 106/09, appunto.

Tra le tante aberrazioni normative, particolare rilievo ha avuto, anche a livello di informazione, la cosiddetta "salva manager", con la quale si è di fatto deresponsabilizzato datori di lavoro e dirigenti dagli obblighi di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Con l'introduzione della sub-delega e consentendo l'assolvimento della vigilanza sul delegato con la semplice adozione di modelli di organizzazione e gestione aziendale, il principio della responsabilità del delegante dirigente veniva annullato. A questo si aggiunga una generalizzata riduzione delle sanzioni a carico di datori di lavoro e dirigenti, in caso di violazione delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro (mentre venivano aumentate quelle a carico dei lavoratori); la proroga dei termini per eseguire la valutazione del rischio di strass lavoro-correlato; la possibilità di rimandare la stesura del documento di valutazione dei rischi aziendale per le nuove imprese, con tutti i rischi che ciò comporta per la tutela dei lavoratori che possono trovarsi, per i primi 30 giorni di lavoro, senza l'ufficilità delle misure di sicurezza; si aggiunga tutto questo, dicevo, sempre previsto dal D.Lgs. 106/09 e si capisce ancora più chiaramente quali fossero le intenzioni di questo governo in fatto di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

Proprio su quei punti, arriva la mezza buona notizia: la Commissione Europea starebbe aprendo una procedura di infrazione a carico dell'Italia, perchè quelle norme elencate sopra violano la direttiva europea 89/391/CEE, concernente il miglioramento delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Se questa procedura dovesse concretizzarsi lo si saprà il prossimo mese di gennaio. Ma intanto sento di dover ringraziare Marco Bazzoni, rappresentante della sicurezza per i lavoratori (RLS) di Firenze, che lo scorso anno ha presentato una dettagliata analisi alla Commissione Europea relativa alle difformità "del D.Lgs. 106/09 rispetto alle direttive europee ed alle leggi fondamentali dello Stato italiano". Sarà merito di quella denuncia, fatta da un cittadino che non sa stare con le mani sulla pancia, se il governo sarà costretto dall'UE a fare marcia indietro e ripristinare alcuni principi basilari a tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro.
Anche su questo dovremmo fare una bella riflessione.

2 commenti:

  1. Ma poi, qualcuno sa dirmi perché si chiamano morti bianche?

    Gran bel pezzo come al solito, comunque.

    RispondiElimina

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